Quanto il Coronavirus ha influenzato il commercio Italo-Russo?

Oggi, con la notizia del nuovo ceppo di COVID-19 dalla Gran Bretagna, le nostre speranze di riprendere la vita “normale” si stanno allontanando; questa notizia poco incoraggiante e l’avvicinarsi dell’anno nuovo mi fanno venir voglia di tirare un po’ le somme; vi propongo quindi di analizzare come è cambiato il commercio Italo-Russo nel 2020.

Un po’ di preistoria: sanzioni e risposta del mercato russo

Prima di tirare le somme dei risultati del 2020 dobbiamo ricordare che il periodo precedente non è stato proprio idilliaco per ciò che riguarda i rapporti Italia-Russia: in seguito alle sanzioni da parte dell’ Unione Europea l’export Italiano verso la Federazione Russa è passato dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015, con un calo del 34% in 2 anni1. In questa situazione sfavorevole, l’economia russa si è dimostrata estremamente efficace con una crescita dell’ 1,6% nel 20182. Per fronteggiare la diminuzione dei prodotti “Made in Italy”, il mercato Russo ha adoperato una strategia “Italian Sounding”: i prodotti Russi assumono così i nomi e lo stile italiano per sfruttare al meglio la passione del consumatore russo verso il prodotto made in italy. I produttori italiani, a loro volta, hanno cercato di aggirare gli ostacoli usando la triangolazione attraverso Paesi terzi e, soprattutto, investendo nella produzione in loco, creando prodotti “Made with Italy”.

Anno 2020: la situazione dei rapporti commerciali Italia -Russia

Possiamo analizzare i dati del periodo gennaio-aprile del 2020: il valore totale dell’ export Italiano verso la Federazione Russa ha superato di poco i 6 miliardi di euro, subendo un calo del 14,7% rispetto ai dati dell’anno precedente3. Nonostante questo calo l’Italia mantiene la quarta posizione nella lista dei partner commerciali più importanti della Russia dopo Cina (-1,8%), Germania (-2,6%), Stati Uniti (-6,9%), Bielorussia (-7,3%) secondo ICE di Mosca che ha analizzato i dati dell’ Agenzia delle Dogane Russa. Francesco Pensabene, direttore di ICE Russia aggiunge: “Com’ era prevedibile, la flessione dell’interscambio e delle esportazioni italiane in questo primo quadrimestre del 2020 sono la diretta conseguenza degli effetti economici generati dall’emergenza sanitaria del Covid-19”. A ciò si aggiunge il significativo calo del Rublo a febbraio-marzo del 2020, che non ha favorito il potere d’acquisto della popolazione russa e, come conseguenza, l’ export dei prodotti “Made in Italy”. Guardando i dati forniti dal Servizio doganale Russo, secondo il sito https://russian-trade.com/ : “il 35% delle imprese italiane è stato costretto ad annullare la consegna ai propri clienti in Russia e il 24% delle aziende ha avuto una riduzione degli ordini da parte dei clienti russi di oltre il 60%”.

La crisi e le conclusioni

Anche se è difficile prevedere la dinamica di sviluppo dei rapporti commerciali considerando la crisi globale provocata dalla pandemia, non possiamo che dare retta al banchiere Antonio Fallico che sottolinea l’anacronismo delle sanzioni considerando la situazione odierna provocata dal Coronavirus4. Speriamo che oltre a badare alle economie interne, i politici cambino il loro approccio facilitando la collaborazione fra i nostri Paesi, il che sarebbe proficuo per tutti.

1“la Repubblica”, fonte dati: CGIA in collaborazione con ISTAT

2World Bank “World Economic Outlook 2019”

3https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/06/26/commercio-russia-italia-calo-litalia-mantiene-la-sua-posizione/

4https://it.rbth.com/economia/85053-il-covid-affossa-il-commercio